Normalità. Qualcosa che cercano tutti, ma pochi hanno. La mia normalità era la seguente: alzarmi, vestirmi, andare a scuola, lavoro, casa, dormire. Ogni giorno era la medesima storia. La normalità era cercata da tutti, ma chi ce l'aveva già, si ricercava sempre un modo per sviarla o trovare qualcosa di interessante da fare, tra un azione e un'altra.
Quest'oggi faceva abbastanza freddo, ero così coperta che non mi si vedeva nemmeno il naso, per via di una sciarpa quasi tutta bucherellata e che malgrado l'avessi avvolta più volte intorno al collo, faceva passare un vento gelido che mi colpiva dritto alla gola. Il giubbotto era peggio, non resisteva minimamente al freddo e ogni anno, malgrado avessi solo questo, si andava a "svalutare", non era più lo stesso giubbotto che avevo acquistato. Per il resto, i pantaloni e gli stivali a ginocchio erano abbastanza caldi, infatti gli unici punti che sentivo abbastanza normali erano i piedi e le ginocchia. Sbuffai scostando dalle labbra la sciarpa e mi guardai intorno, il via vai c'era, per la fretta di andar via da quel luogo, erano rimaste solo pochissime persone, probabilmente coloro che lavoravano come a me a scuola.
Non vedevo l'ora di ritornare a casa. Scott probabilmente mi stava aspettando con una tazza fumante di cioccolata calda tutta per me.